giovedì 23 maggio 2013

DON GALLO NEI NOSTRI CUORI

Intervista a Don Andrea Gallo
Don Andrea GalloMi accoglie nel suo studio, che è l’archivio parrocchiale, nella Chiesa di San Benedetto di fronte al Porto di Genova. Un luogo molto amato da Don Gallo e, da un altro anarchico nello spirito, Fabrizio de André. Certe atmosfere del posto, infatti, rievocano alcune canzoni del grande Faber.  Ecco perché lui è “Angelicamente Anarchico”. Il che vuol dire esprimere un atteggiamento interiore, profondo, di libertà. Così per circa un’ora mi sono gustato la saggezza evangelica, e umana, di Don Andrea Gallo.
Don Andrea parliamo un pò di te: ti definisci come un “prete da marciapiede” , amico e fratello della gente che vive ai margini della società. Sono quarant’anni che fai questa vita e non molli, da dove ti viene questa carica?
“Prete da marciapiede” perché questa è la mia storia, è dove ho imparato la vita. Lo diceva pure Don Lorenzo Milani: “Io a questi figli di operai e contadini ho insegnato a leggere e a scrivere, a far di conto. Loro mi hanno insegnato la vita”. Il mio marciapiede è la vita. Così quando mi chiedono: “Don Gallo in quale Università ti sei laureato?” Rispondo: “La strada è stata la mia università”.  Quindi sono quarant’anni che sono qui nella Chiesa di San Benedetto. La mia carica? Questa viene perché sento l’appartenenza alla famiglia umana, la laicità. Una volta ho chiesto ad un teologo: “mi vuoi dire se i non credenti, gli agnostici, quelli di altre religioni sono figli di Dio secondo il dogma di Santa romana Chiesa, o no? Lui risponde: si!”. Quindi la carica è l’appartenenza all’umano, alla famiglia umana. I teologi lo dicono: “gratia supponit natura!”. Siamo figli di Dio tutti.
La tua partecipazione alla trasmissione di Fazio  e Saviano ha suscitato critiche nell’opinione pubblica ufficiale cattolica. Come ti sei sentito a leggere certe reazioni ?
Tu pensa l’Avvenire, il mio quotidiano cattolico, che scrive: “si trova sempre un prete vanitoso disposto a fare da scendiletto”. Ora dico se un giornale cattolico deve scrivere così, non citando il nome. Quindi questo non mi ha manco sfiorato. E’, invece, una amarezza per chi mi è amico e mi conosce, ma per me no. Perché quelli li conosco, questo è clericalismo,loro non sanno cos’è la mitezza di Gesù, è arroganza, è volere imporre a tutti i costi i principi evangelici e così facendo li annullano completamente perché non sono corrispondenti a quello che dice Gesù. Per questo mi sento di dire:io continuo. Quante volte mi sento dire: “tu ormai in questa Chiesa sei troppo stretto, ti dò una villetta, ti ritiri, vai con qualche ragazzo se vuoi continuare a seguire le comunità”. E io: “ma  io nella Chiesa Cattolica sono a casa mia, vuoi che me ne vada di casa?”. Ancora, perché continuo? Perché l’appartenenza al popolo di Dio, alla Chiesa Cattolica me l’han trasmessa i miei vecchi, la mia famiglia povera. L’essenzialità del Vangelo e l’appartenenza alla Chiesa anche con la sua struttura. Quante volte ho detto ai vescovi: “la correzione fraterna nella nostra Chiesa addirittura risale alle prime comunità cristiane, quindi Eminenza Lei non faccia tanti discorsi dia degli ordini ,perché conosco anche il Codice di Diritto Canonico e non mi interessa neppure che mi dica le motivazioni, io almeno per un anno obbedisco” . A Siri, che era il mio primo cardinale, ho detto: “Eminenza se lei mi dice che Don  Gallo deve uscire con la pentola in testa, io esco con la pentola in testa, ma il suo ordine deve essere coram ecclesia, coram populo”.
Sempre per parlare della trasmissione “Vieni via con me” i “movimenti pro life” avevano reclamato di poter partecipare per bilanciare la presenza di Peppino Englaro e di Mina Welby. Confesso che ho trovato esagerata la reazione di certi opinionisti. Il risultato è stato un manicheismo insopportabile. Qual è il tuo pensiero?
La trasmissione potrà essere criticata, approvata ma non era una trasmissione pro-morte, e allora dovevano venire quelli pro-vita. Allora potrei dire che a questo punto, potete criticare, potete lamentare, ma lì c’è un inno alla vita. Ancora una volta, vedi, è una difesa del proprio potere. Ormai, secondo me, non ci saranno più scontri di civiltà, di religione, ci sono gli scontri contro  gli enigmi della vita , e uno degli enigmi è la morte. Enigma vuol dire che non si capisce mai fino in fondo. Il male, la sofferenza, la sessualità. Vedi tutte le crociate ma il messaggio evangelico è proposta e non è imposizione, quindi senza arroganza e senza intolleranza. Partendo proprio dalla dottrina della Chiesa, di cui tutti sono figli di Dio, dobbiamo riconoscere che qualunque persona, donna, uomo ha il suo ethos e soprattutto dobbiamo ringraziare il Concilio Vaticano II che dopo secoli è il primo Concilio che difende i diritti di ciascuna creatura umana, dove finalmente è assodato da nostra Santa Madre Chiesa il primato della coscienza personale. Pio IX  addirittura alla fine dell’800  dice che chi sostiene il primato della coscienza è scomunicato immediatamente. Ma come facevano ad insegnare il Padre Nostro? Questo rapporto personale, Babbo, Papà! Quindi chi dice il contrario è eretico. E’ chiaro, me l’ha scritto un Cardinale: è vero quello che vai dicendo che la coscienza personale è dottrina certa nella nostra Santa Madre Chiesa tuttavia, caro figliolo, una coscienza si può dire retta se fa riferimento alla verità. A quell’eminentissimo ho detto: finalmente siamo in sintonia, perché Eminenza – è solo Gesù che dice che io sono la via, la verità – non la cerchiamo insieme? Non mi ha più risposto.
Parliamo della tua amata Chiesa. Ripeti spesso che il “Tempio può crollare”. In che senso Don Andrea?
Quando io dico il “tempio può crollare” è vero. Anzi sta crollando. A mio avviso la Chiesa è sede vacante. Noi crediamo ai vescovi, i successori degli apostoli, crediamo al Vescovo di Roma, mi piace dire come gli orientali del secolo X, primus inter pares. Nel Vangelo “tu sei Pietro, ama, pasci i miei agnelli”. Abbiamo uno scisma ancora più terrificante del secolo X. Quindi direi che il crollo è già in atto e non è mia l’espressione, lo dice da decenni Arturo Paoli, grande scrittore di spiritualità e testimone . La traccia che il Concilio dava di uscire dalla piramide verticale era creare la chiesa circolare: al centro Gesù, il popolo di Dio. E allora ecco la Lumen Gentium, ecco il popolo di Dio in cammino dove c’è l’ordine degli episcopi, dei presbiteri e dei diaconi con mediatore Gesù. Oggi chi governa? Le lobbies e in primis l’Opus Dei, è incredibile che addirittura si definiscono l’Opera di Dio. Lo Ior, Istituto per le opere religiose, la Compagnia delle Opere, di questa spiritualità di don Giussani, anticomunismo viscerale, una interpretazione gravissima del principio di sussidiaretà, S. Egidio, le nunziature Che cos’è tutto questo? Lo dirò con una battuta: un Cardinale per il mio cammino sul marciapiede, dove s’incontrano gli ultimi, mi richiamava alla prudenza al che io gli posi una domanda sincera: “Eminenza come si comporterebbe Gesù? E lui era molto seccato mi rispose: “ma se la metti su questo piano!” Su che piano la devo mettere? La mia non è una contestazione alla Chiesa ma un dono d’amore, la mia soprattutto non è mormorazione, glielo dico coram populo. Vorrei ribadire a questa domanda dei concetti fondamentali: Ecclesia, parlo della Chiesa Cattolica nel rispetto di tutte le altre Chiese, è sempre gloriosa. Pensa a quanti testimoni, soprattutto anonimi, martiri anche. Finché ci sarà un povero ci sarà sempre un testimone. Siate chicco di grano, cioè il cristiano per testimoniare la verità accetta il martirio. Ecclesia semper reformanda, anche in campo pedagogico deve trovare un nuovo linguaggio antropologico. Quindi una ,proposta nel rispetto di tutti auspico con il Cardinale Martini un Concilio Vaticano III con pochi temi: io metterei quello del linguaggio, un linguaggio nuovo.
Sei stato amico fraterno di Fabrizio De André. Tra “anarchici”  v’intendevate bene: lui a cantare le storie degli emarginati e tu a operare per la solidarietà nei loro confronti. Perché parli dell’opera del grande Faber come del “Quinto Vangelo”?
Si quella del “Quinto Vangelo” è stata una risposta che ho dato a una domanda che mi fece, scherzando, il mio Cardinale su quanti sono i Vangeli canonici. Li sai? Risposi: quattro, ma Eminenza io ne ho un quinto. E lui: e lo so i Vangeli apocrifi. Ma quali apocrifi, la strada! Il quinto Vangelo secondo De André. Eminenza non le sembra che la strada in direzione “ostinata e contraria” sia la sintesi del cammino del cristiano? De André parla all’uomo e sveglia il dubbio che Dio esista, questo è un Vangelo, una buona notizia. Tutta l’opera di De André la sua poesia, la sua musica, il suo canto viaggia su due binari: il primo è l’ansia per la giustizia sociale, lui educato dai borghesi. Il secondo è che un nuovo mondo è possibile. Allora che città vogliamo? La polis greca che esclude o la Civitas Dei di Sant’Agostino? Sant’Agostino dice che la “civitas è semper augescens”. Ma non militarmente. Allora ecco la conversione. C’è un documento dell’81 della Conferenza Episcopale Italiana, “La Chiesa italiana e le prospettive del Paese” In questo documento si afferma che bisogna ripartire dagli ultimi. I Figli di Abramo hanno avuto il compito di abolire gli idoli: il potere, il denaro. “Non nominare il nome di Dio invano, sono Io l’unico Dio”. Allora ecco che si riscoprono i valori della tolleranza, dell’accoglienza, della condivisione, della partecipazione. Quindi il Fabrizio ha questo senso, che non traccia una strada, ma dice a tutti che hanno un dono, che ciascuno può trovare la propria emancipazione, il proprio riscatto. Come avviene? Ripartendo dagli ultimi. Ecco qui il mio camminare sul marciapiede. Che cos’è, quindi, Fabrizio se non un cristiano?
L’ultimo rapporto Censis parla di una società italiana “appiattita” e senza “desiderio”. Insomma una società spenta. Da dove ripartire, secondo te, per “rinascere” come Paese?
Siamo in caduta. Non lo dico solo io. Come ogni anno al Monumentale di Milano l’Arcivescovo celebra la messa per i caduti, quest’anno c’era un suo delegato. Il quale ha parlato di “eutanasia della democrazia”, che siamo tutti responsabili: singoli, istituzioni, tutti. Ora noi abbiamo una bussola: che è la nostra Costituzione Repubblicana, non c’è altro, che oltretutto è una conquista. La Costituzione non è solo riferimento alla Resistenza ma anche, come ricorda Dossetti, alla seconda guerra mondiale. La sintesi della Costituzione è questa: l’Italia è una Repubblica, Res pubblica, casa di tutti e non di pochi, Democratica, deve nascere dalla partecipazione dal basso, Laica, dove ci si rispetta, infine Antifascista. Questo non è un optional. Il fascismo è l’empietà. Quindi la bussola l’abbiamo, si tratta di prendere coscienza e di riscoprire quelli che sono i valori della democrazia. E’ fatica quotidiana che però porta alla letizia, al gusto della vita.

lunedì 20 maggio 2013

LA PAURA NON ESISTE

https://www.youtube.com/watch?v=dIzqnTQYRUY

Come quando cambi casa perché sei da solo 
Come quando intorno chiedi e non hai mai perdono 
Come quando ovunque andrai e ovunque non c'è luce 
Come sempre chiunque parli sempre una voce 
Hai bisogno hai bisogno di esser triste 
Lo vuoi tu però l'errore non esiste 
Esiste solo quando è sera 
Sbaglia solo chi voleva 

E ovunque andrò ovunque andrò 
Quella paura tornerà domani, domani 
E ovunque andrai ovunque andrà 
Tu stai sicuro e stringi i tuoi perché 
Perché l'errore non esiste 
La paura non esiste 
perché chi odia sai può fingere 
solo per vederti piangere 
ma io ti amerò 

come quando per tristezza giri il mondo 
come quando tu mi guardi e non rispondo 
come quando come sempre sempre aspetti 
come quando guardi solo i tuoi difetti 
e quando niente quando niente ti sa offendere 
è solo allora che sai veramente essere 
solo a volte certe sere 
solo quando ti vuoi bene 

E ovunque andrò ovunque andrò 
Quella paura tornerà domani, domani 
E ovunque andrai ovunque andrà 
Tu stai sicuro e stringi i tuoi perché 
Perché l'errore non esiste 
La paura non esiste 
perché chi odia sai può fingere 
solo per vederti piangere 

Spesso vorresti un paio di ali 
Spesso le cose più banali 
Spesso abbracci le tue stelle 
Spesso ti limita la pelle 

E ti amerò più in là di ogni domani 
Più di ogni altro, di ciò che pensavi 
Non m'importa ora di fingere 
Il mio sguardo lo sai leggere 
Ci sono cose che non sai nascondere 
Ci sono cose tue che non so piangere 
Magari io sapessi perdere 
Senza mai dovermi arrendere 
Ma l'errore non esiste 
La paura non esiste 
La paura la paura la paura non esiste 

(Tiziano Ferro)