martedì 17 giugno 2014

Làmed - Leàh


"La Làmed è la lettera più alta dell'Alef-Bet e si estende verso gli spazi superiori. E' la lettera che compone le parole "limed" (insegnare) e "lamad" (imparare); pertanto la Làmed rappresenta una forma di conoscenza più elevata e spirituale.

Secondo la Cabala, Leàh (Lia) rappresenta il mondo superiore della Shekhinàh (la forma femminile di Dio) rivelata.

Lia ha gli occhi malati: una interpretazione di questo può voler dire che Leàh è un'anima che riconosce la propria sofferenza. Ha visto il proprio cammino nella vita e ne ha assunto il controllo, modificando le circostanze della propria esistenza per mettere a posto le cose. Lia è padrona del proprio destino.

Dobbiamo accettare noi stessi e renderci conto di come le eventuali manchevolezze che riteniamo di possedere siano in sostanza i nostri attributi migliori.

Quando giungiamo a capire veramente il nostro destino e ad accettarlo, troveremo i modi per realizzarlo.

Innalziamoci e guardiamo in profondità nella finestra della nostra anima: lì troveremo gli strumenti che ci servono per trasformare i nostri sogni in realtà."

(La Cabala)


lunedì 16 giugno 2014

Alef - Abramo





 "Abramo deve lasciarsi alle spalle il suo confortevole modo di vivere, che è pieno di presunzione, e guardare più in profondità nel proprio cuore per scoprire ciò che vi è alla base. Deve svolgere il suo trantran per trovare qualcosa di molto più grande, ossia le verità profonde della vita.

Concentriamoci sull'energia di Abramo per ricominciare, anche da zero.

Immaginiamoci di lasciare tutto alle spalle entrando giorno dopo giorno in un nuovo territorio spirituale e emotivo. Noi non sappiamo che cosa ci aspetta, né quale direzione sia quella giusta, ma il viaggio è lì che ci attende.

Il cambiamento della nostra vita e della vita delle generazioni future ha inizio col primissimo passo che compiremo con fiducia in noi stessi e determinazione interiore." 

(la Cabala)


sabato 24 maggio 2014

Fiori di Bach - PINE (Pino Silvestre)





Le persone che hanno bisogno di questo rimedio sentono che potrebbero fare di più, qualsiasi successo ottenuto viene da loro sminuito perché alimentano nel proprio intimo la sensazione di avere un debito da pagare.
Giudici implacabili nei loro stessi confronti.

Questo stato di cose spesso paralizza e rende incapaci di prendere iniziative
Pine spesso si autopunisce magari scegliendo un partner sbagliato che lo tiranneggia.


Per cui: senso di colpa, infelicità, insoddisfazione, rigidità, spiccato senso di autocritica, scusarsi per qualsiasi cosa, sono le prerogative di Pine.

Dalle parole testuali di E. Bach: "Per coloro che criticano sé stessi: anche quando hanno successo pensano che avrebbero potuto fare meglio e non sono mai soddisfatti dei propri sforzi e dei risultati ottenuti. Questi individui lavorano duramente e soffrono molto per gli sbagli che essi stessi si attribuiscono. A volte, anche se un errore è commesso da altri, arrivano ad attribuirsene la responsabilità."


Pine è per coloro che soffrono di sensi di colpa, che non sono mai contente dei risultati che ottengono; fortemente inclini all’auto biasimo e all’auto critica, arrivano ad addossarsi la colpa di errori commessi da altri. Sono generalmente persone estremamente pignole che pongono a sé stessi (ma non agli altri) obiettivi molto elevati, che possono spingerli a lavorare troppo con conseguente stress emotivo.

Il sentimento di colpa da cui sono afflitti li priva della gioia di vivere.
Le personalità Pine sono diverse da quelle Rock Water, che, per il loro coraggio innato, sono padrone di sé stesse, nascondono i loro errori e ne sono contente; sono diverse anche dalle personalità Larch, che non fanno neppure un tentativo per paura di fallire.

Il Dr. Bach scrisse a proposito di queste personalità: " Non si sono ancora resi conto che il condannare sé stessi o gli altri equivale a condannare l’Universale Creazione dell’Amore e questo ci rende piccoli limitando il nostro potere di infondere l’Amore Universale nel prossimo."

Pine incoraggia l’individuo ad andare avanti, nutrendosi dell’amore, non rifiutandolo, anziché restare invischiati nella disapprovazione di sé stessi.