Ci
illudono che esista una perfezione intrinseca nelle cose, che esista un
corpo perfetto, un amore perfetto, un compagno perfetto, un figlio
perfetto, un sorriso perfetto, una gioia perfetta. Distogliendoci
così dal vedere che ciò che c’è di più perfetto al mondo sono le nostre
diversità, i nostri gusti, il desiderio di migliorare, l’imperfezione.
Sì,
la perfezione reale è il nostro essere imperfetti e per questo
assolutamente meravigliosi. Esseri da scoprire, eventi da creare, attimi
da vivere. (Stephen Littleword, Nulla è per caso)
L’etimologia del termine “perfezione” riporta al latino perfectio, e ”perfetto” deriva da perfectus. A loro volta, queste parole provengono da perficio — “finire”, “portare a termine”. “Perfezione”, quindi, significa letteralmente “compimento” e “perfetto” — “compiuto”
Aristotele fa
una distinzione fra tre significati del termine "perfezione", tre
sfumature del significato, tre diversi concetti. È perfetto:
- ciò che è completo — ciò che contiene tutte le parti necessarie;
- ciò che è così buono che niente di simile potrebbe essere migliore;
- ciò che ha raggiunto il suo scopo.
Ognuno di noi è quindi perfezione, è il significato che è stato deviato per
omologarci tutti quanti, obbligarci ad essere noiosamente uguali e
stereotipati nel corpo, nell'abbigliamento, negli atteggiamenti, nei
pensieri, nelle esppressioni, nei sentimenti.
In realtà ognuno di noi è perfezione nel suo essere, nella propria unicità, nella propria stessa incompiutezza di individuo in cammino, nella propria imperfezione di essere umano.
Bellissimo e molto giusto... ma non semplice da accettare, soprattutto da chi mette l'umiltà davanti a tutto...
RispondiEliminaChiara
Essere umili non vuol dire non saper apprezzare la propria unicità e la propria perfezione di individui.
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